Alcuni magistrati della Corte dei Conti sono finiti vittima della truffa Whatsapp del codice a sei cifre, da cui alcuni criminali hanno preso possesso dell’account di chat.
Da qui si teme che gli hacker abbiamo avuto accesso a documenti sensibili che i magistrati condividevano via chat anziché via email.
Al momento non ci sono ulteriori dettagli, ma quanto accaduto ci fa riflettere sull' importanza della sicurezza e della protezione dei dati sensibili.
Manca la consapevolezza che le ricadute di un attacco possono riguardare non solo i singoli e le loro organizzazioni, ma anche l’intera collettività.
Ricordiamo che il numero di telefono è un dato sensibile e che spesso viene utilizzato come username per molti servizi, se malintenzionati entrano in possesso di quello hanno già accesso a metà delle credenziali.
Se vengono coinvolte in queste truffe personaggi di rilevanza come magistrati è un problema per tutti.
Sarebbe quindi opportuno avvalersi di strumenti sicuri come e-mail interne al luogo di lavoro, per la condivisione di dati sensibili, aziendali e pubblici ed evitare strumenti come Whatsapp non adibiti a questo scopo.
Come evitare che dati sensibili cadano in mano di malintenzionati?
Innanzitutto evitare la condivisione di documenti e materiale sensibile su chat personali e app non certificate.
Un altro accorgimento è quello di diffidare dei messaggi inusuali che si potrebbero ricevere anche se provenienti da contatti conosciuti.
Se non disponiamo di un dispositivo aziendale ed utilizziamo il nostro personale, avvalersi di tecnologie apposite che isolino le app di business dal dispositivo personale.
Ultima ma non meno importante, diffondere consapevolezza su questo tipo di rischi per la protezione della collettività.